Ozonoterapia contro Covid-19

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Ozonoterapia contro Covid-19

Ozono terapia contro Covid-19. La pandemia da Sars-Covid-19 che si è sparsa nel mondo ed ha già fatto numerose vittime in diversi paesi, ha spinto i clinici di tutto il mondo a cercare, in mancanza di un vaccino, terapie adeguate a sconfiggere questo temibile nemico. Diverse sono state le proposte da parte di virologi, pneumologi, internisti, infettivologi e anestesisti, tra cui l’ozonoterapia che è stata sperimentata in diversi ospedali sul territorio nazionale e autorizzata da Istituto Superiore di Sanità. L’ozonoterapia, dunque,  possa essere più che utile nel trattamento dei pazienti COVID positivi  in quanto rafforza il sistema immunitario e migliora ossigenazione e microcircolo.

I primi risultati sono confortanti: ad Udine su 36 pazienti gravi, ricoverati in ospedale, ma non intubati, solo uno, dopo il trattamento, è peggiorato venendo trasferito in rianimazione. Il fatto di aver fatto ricorso a diverse strategie terapeutiche riposa sulla non conoscenza di questo nuovo corona virus.

Ozonoterapia contro covid19Cosa sappiamo a tutt’oggi del COVID 19?

È un virus ad RNA, appartiene alla famiglia dei corona virus (ne conosciamo almeno altri 7 tipi), deve necessariamente far penetrare il proprio filamento nella cellula ospite per potersi replicare.

Entrando in contatto con il sistema immunitario, che lo deve presentare per processarlo e così creare immunità, provoca una reazione immunitaria infiammatoria acuta.

In alcuni soggetti questa reattività infiammatoria assume la caratteristica di una vera e propria bufera: CITOKYNE STORM o tempesta citochinica.

Ad oggi, ma non era così all’inizio, sappiamo dalle autopsie (più di 50 condotte all’ ospedale Sacco di Milano e solo 3 ma superficiali condotte in Cina a Wuhan) che l’evento scatenante è una infiammazione che colpisce i piccoli vasi polmonari provocando una microtrombosi che a sua volta evolve in infarto polmonare creando aree non perfuse e non ventilate.

Ad essere colpito non è solo il polmone ma anche gli altri organi: fegato, rene, cuore, sistema nervoso sia centrale che periferico, sistema vascolare in toto.

Inoltre il virus permette la recrudescenza di eventi infettivi per batteri o funghi già presenti ma che fino a poco prima erano tenuti sotto controllo.

Possiamo ora riassumere l’attività del virus:

Infettiva, infiammatoria, protrombotica, favorente la ricomparsa forme cliniche batteriologiche o di altro tipo latenti.

Per monitorare questi stati clinici e capirne l’evoluzione si ricorre al dosaggio ematochimico di alcuni parametri di laboratorio che indicano proprio lo stato infiammatorio protrombotico in cui versa l’organismo: IL6  (interleuchina 6), didimero, PCR (proteina C reattiva), procalcitonina, che permettono al medico di orientarsi nel guazzabuglio di sindromi cliniche di presentazione della infezione.

Cosa può fare l’OZONO in contrasto al Virus Sars-Covid-19?

A questo punto è doveroso chiedersi cosa sia e come operi l’ozono per capire se può avere un rationale d’uso nella terapia contro il virus Sars cov-2.

Ozono o O3 è la forma triatomica dell’ossigeno (O2). Esiste in natura e si forma per l’azioni di scariche elettriche (lampi, saette) o di raggi ultra violetti.

Sono state dimostrate le seguenti attività: antibatterica, antivirale, micostatica, riduzione della capacità ossidoriduttiva con conseguente riduzione dell’infiammazione e dello stress ossidativo, che a sua volta danneggia cellule e tessuti e interagisce anche col sistema immunitario.

 Migliora il microcircolo e permette:

  • una migliore cessione dell’ossigeno ai tessuti
  • un aumento della deformabilità dei globuli rossi
  • una riduzione della viscosità ematica
  • arrivando così a migliorare l’ossigenazione periferica e cerebrale.
  • Ultimo ma non meno importante la scarsità di effetti collaterali indotta da somministrazione di ozono.

Ma visto che per scolpire il marmo ci vuole uno scalpello e per la creta bastano le dita è chiaro che anche per l’ozono esistono modi e tempi corretti di somministrazione al di fuori dei quali non si ha effetto terapeutico.

– Modalità di somministrazione: per via venosa

Si esegue un prelievo di circa 150-180 ml di sangue venoso del paziente, lo si ozonizza e lo si reinfonde nel giro di venti minuti.

– Tempistica di malattia

Nelle fasi precoci di malattia col paziente paucisintomatico così da bloccarne l’evoluzione.

Nelle fasi con polmonite attiva sotto stretto controllo medico in ospedale ( questi sono stati i pazienti selezionati per gli studi condotti finora ).

– Dove eseguire la terapia

In ambulatorio o a domicilio; in ospedale laddove sia attivo il Servizio.

– Quante sedute si devono fare?

Almeno sei, una volta a settimana. Meglio sarebbe un protocollo che preveda il mantenimento nel tempo degli effetti con somministrazioni prima settimanali poi bisettimanali poi mensili.

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