La via della seta o mutazione del covid19
La mutazione del corona virus che dal biologico è diventato sociale, politico ed economico. Tutto il mondo in panico. Molti paesi in quarantena. E quindi, la via della seta o mutazione del covid19?
A novembre 2015 una delle più antiche ed importanti riviste scientifiche Nature ha annunciato che gli scienziati hanno creato un virus chimerico dalla proteina di superficie SHCO14 e la base del virus SARS che è in grado di infettare le cellule del apparato respiratorio umano, specificando che queste ricerche sono molto pericolose
Ad agosto 2019 NY Times pubblica l’articolo sulle ricerche presso l’ Istituto delle malattie infettive degli Stati Uniti a Fort Detrick che sono state sospese. Il motivo- considerazioni sulla sicurezza nazionale
A settembre 2019 NY Times scrive sull’ondata di polmonite negli USA che parte dall’Ospedale Pediatrico del Wisconsin, a Milwaukee.
I sintomi dei casi registrati sono vari e soprattutto di diversa gravità, ma vanno generalmente dalla mancanza di fiato ai dolori al petto alla spossatezza, comprendendo talvolta problemi gastrointestinali, febbre e perdita di peso. Le radiografie e le tac mostrano generalmente macchie bianche sui polmoni, ma i risultati degli esami escludono infezioni. Nelle settimane seguenti la voce si sparse in tutta la comunità scientifica americana e tra molti medici, alcuni dei quasi collegarono casi particolari visti nelle precedenti settimane all’ipotesi dei danni da sigaretta elettronica.
L’ipotesi più diffusa è che qualche sostanza particolare sia stata aggiunta di recente a certi liquidi delle sigarette elettroniche, ma non si è ancora capito con precisione quale. Si è ipotizzato che fosse un problema limitato ai liquidi contenenti THC, il principio attivo della marijuana, piuttosto diffusi negli Stati Uniti. È stato identificato anche il vitamina E acetato come possibile sostanza responsabile dei problemi, ma presto le autorità hanno chiarito che gli ingredienti sospetti sono diversi.
Ora il sospetto principale è che i problemi siano causati dall’esposizione dei polmoni a una o più sostanze chimiche particolari, e i medici statunitensi sono stati avvisati sui sintomi da riconoscere per diagnosticare correttamente il problema, che è stato identificato con la sigla VAPI. I pazienti che rientrano in questa casistica vengono normalmente attaccati all’ossigeno, e vengono somministrati loro degli steroidi che sembrano aiutare a ridurre l’infiammazione. Non si sa ancora se l’infiammazione possa causare danni permanenti tra i pazienti che guariscono.
Sempre a settembre i medici ti Taiwan avvisavano che questo poteva essere il corona virus.
Dal 18 al 27 ottobre 2019 nella città cinese di Wuhan si svolge la settima edizione dei Cism military world summer games 2019 e dalla USA arrivano i 200 militari. I resultati degli atleti americani erano estremamente bassi.
È possibile che sia stato l’esercito americano a portare l’epidemia a Wuhan.
Secondo un portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, infatti, l’origine del coronavirus non sarebbe legate a errori di vigilanza e contenimento delle autorità cinesi nella città del presunto ‘focolaio zero’, ma a una contaminazione arrivata dall’esterno. Per la precisione dagli Usa.
Il 17 novembre il primo caso ufficiale di contagio a Wuhan, ma l’annuncio ufficiale dell’epidemia in Cina è stato il 31 dicembre, dopo 45 giorni perché i cinesi non riuscivano a capire che virus era.
Ma forse One Belt One Road oppure La via della seta che parte proprio da Wuhan che agita cosi tanto gli USA?
One Belt One Road? E’ un piano di investimenti globali nato nel 2013 e al quale hanno aderito 67 paesi che hanno firmato il Memorandum d’Intesa. Gli investimenti ammontano a 8000 miliardi di Euro e, fino ad ora, il Pakistan è la nazione maggiormente coinvolta, con un investimento di 60 miliardi di dollari.
Il piano, che prevede la costruzione di infrastrutture come strade, ferrovie, porti, centrali elettriche, per poter supportare il volume degli scambi, si snoda su due direttrici principali da Est a Ovest, entrambe con sbocchi in Europa. Una terrestre che passa attraverso l’Asia Centrale e una marittima che attraversa l’Oceano Indiano, arriva fino in Africa e risale verso Nord attraverso il Mediterraneo. L’Italia sarebbe uno sbocco naturale di questa rotta e a tal proposito si prevede un forte investimento cinese per migliorare ed ampliare la ricettività del porto di Trieste.
Il progetto presenta vantaggi di merito e metodo tanto per l’economia come per le relazioni internazionali dell’Italia, tra cui il riequilibrio della bilancia commerciale con la Cina, ma il mantra utilizzato da USA e UE è che Roma dovrebbe rinunciarvi per fedeltà al campo atlantista. Ovvero, una partnership nella realizzazione di infrastrutture con finanziamenti di Pechino, rappresenterebbe una “grave minaccia”.
L’opposizione statunitense al progetto è scontata: sebbene malcelata da “raccomandazione”, ha il retrogusto amaro di un ordine che s’impartisce ad un proprio protettorato. Nello specifico si aggiunge anche un aspetto politico importante: l’Italia entra in un progetto di sviluppo economico internazionale che non è a guida statunitense, anzi, dagli Stati Uniti è avversato. Gli Stati Uniti non possono sopportare un simile progetto che, di fatto, li porrebbe in una situazione marginale in una importante porzione di mondo.
Washington è fortemente preoccupata da un Paese suo competitor politico e commerciale (e forse tra poco anche militare) che assume un ruolo strategico.
Troppe coincidenze
Yulia Shesternikova